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La pubblicazione dell’articolo apparso sul sito www.dancesportinternational.org dal titolo "CONI e FIDS: NELL'OCCHIO DEL CICLONE" con il sottotitolo "I Presidenti coinvolti in una nuova indagine", a firma di Veronica Valenti, conferma che chi intende fare giornalismo deve farlo seriamente, senza pregiudizi e sensazionalismi, acquisendo informazioni e dichiarazioni anche dalle parti interessate per riportare notizie vere e verificate; sul punto, consentitemi, la Valenti deve ancora fare pratica.

Potrei allora consigliarle come tutor il collega Serpellini de “L’eco di Bergamo”  che nella serata di lunedì scorso, chiedendomi gentilmente disponibilità via sms, è stato poi da me prontamente ricontattato per un’intervista telefonica sul caso. Peraltro, giova segnalare che i giornalisti de “Il fatto quotidiano” non hanno nemmeno richiesto alcun mio contributo, posto che è chiaro anche dall’articolo pubblicato che nessuna intercettazione telefonica tra me e i menzionati è stata rinvenuta, anche perché non c’è stata e il mio nome è stato speso da terzi.

Tramite una semplice telefonata anche la Valenti avrebbe appreso che i contenuti delle pubblicazioni de “Il fatto quotidiano” (poi riprese da altre testate) hanno sorpreso anche me – e fatto non poco sorridere -  ignaro di essere stato “oggetto” di interesse da parte di personaggi di più alta carica e importanza a livello nazionale, già nel gennaio 2013, addirittura definito nelle conversazioni intercettate come “il Signore della Danza”.

Orbene, visto che ora l’interesse scandalistico ha richiamato l’attenzione di tesserati e non (questi ultimi condividendo post sui social e cadendo anche nel ridicolo e offensivo quando i commenti sono rivolti alla mia persona) ritengo opportuno precisare che nonostante gli intenti espressi da alcuni degli interlocutori intercettati, io non ho mai ricevuto alcuna indicazione o pressione in ordine al voto riferito all’elezione del Presidente del CONI.

La questione per me è chiusa anche perché non amo perdere tempo sul nulla.

Per la Valenti e Dancesportinternational.org invece la questione si apre, visto che hanno scritto e pubblicato un articolo che fornisce una falsa, erronea e capziosa ricostruzione dei fatti, mediante un uso improprio di toni sensazionalistici nel tentativo, non riuscito, di un falso clamore mediatico.

Autore ed editore dovranno ora rispondere di quanto rappresentato e che lede senza alcun dubbio l’immagine di questa dirigenza, pubblicando un chiaro stato di accusa nei miei confronti per la responsabilità di aver "sporcato per l'ennesima volta l'immagine di correttezza" della Danza Sportiva e della FIDS, nonché per la falsa notizia di un coinvolgimento della stessa Federazione o mio in indagini giudiziarie avviate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria o da altra autorità giudiziaria.

Lascio il testimone ai miei legali, per un acceso confronto con Valenti & Co a tutela della mia persona e della FIDS medesima, ricordando che quale “ex atleta” anche a me non piace perdere e, consentitemi, sino ad oggi (a partire dalle elezioni 2012) il perdente è sempre risultato il mio avversario, in ogni sede e grado di giustizia.

Roma, 16 dicembre 2015