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La Federazione

Breaking uno sport che ha raggiunto l’Olimpo

«Con la Breaking alle Olimpiadi si chiude un cerchio iniziato 30 anni fa e se ne apre un altro”: Giuseppe Di Mauro in arte Bboy Kacyo ne è convinto, la breakdance non è più solo un ballo di strada, ma è arte, sport, competizione, sacrificio e passione. Per tutto questo merita di diritto di essere fra le nuove discipline olimpiche. Kacyo, commissario tecnico della Nazionale di breaking della FIDS, vincitore del Red Bull BC One e fra i breaker italiani più noti e non solo in Italia. Dal centro CONI di Formia dove si è svolto il primo corso riservato ai tecnici di breakdance, ci ha raccontato cosa ha in programma la Federazione per farsi trovare pronta al debutto olimpico a Parigi 2024.  

Come è stato il corso di formazione per i tecnici?

Benissimo, è stato molto interessante. Sono stato a Formia, al Centro di Preparazioine Olimpica, in una sorta di doppio ruolo, da formatore per la mia disciplina la breaking e da “studente” seguendo i corsi federali.

Come formatore di Breaking ci sono differenze fra la preparazione giovanile e quella professionale?

Assolutamente sì. Le differenze solo nella preparazione atletica, ma anche e soprattutto nell’approccio competitivo è questo che differenzia sostanzialmente i due tipi di livelli sportivi.

Spiegaci meglio…

Con la FIDS abbiamo due progetti. Sui giovani stiamo lavorando ad un programma competitivo che passerà attraverso i Campionati Assoluti e i Campionati Italiani. I migliori classificati, così come è successo per i nostri azzurri Cortesia e Schinco, saranno inseriti in percorsi di studio e di perfezionamento rivolti alla preparazione per le prossime Olimpiadi Giovanili con sessioni atletiche, workshop didattici sulle discipline tecniche, fisiche e mentali.

Per i “grandi” invece?

Con il presidente Barbone, con il vicepresidente Pagano e con tutto il Consiglio abbiamo pensato di dare vita ad un circuito sperimentale ”Pro”, dedicato alla formazione di atleti “professionisti” che abbia come finalità la creazione di un team azzurro che rappresenti l’Italia alle Olimpiadi 2024.

Come si articolerà?

Sarà un circuito dedicato e rivolto solo ai “professionisti”. In Italia ci sono tantissimi atleti di livello agonistico, ci rivolgiamo a loro. Li invitiamo ad entrare in FIDS per far parte di un circuito sportivo nuovo e in diretta sinergia con la WDSF, unico organo internazionale di danza sportiva riconosciuto dal CIO. Il circuito avrà gli stessi criteri di giudizio e di regole adottate dalla WDSF.

Cosa prevede?

Due o tre eventi l’anno dedicati ai “professionisti”. L’idea e di scoprire e formare atleti. In questo circuito sperimentale premieremo i primi 4 classificati che saranno convocati al Centro di Formia per iniziare la preparazione Olimpica per Parigi 2024. Una preparazione fisica, tecnica, atletica con un team di professionisti dedicati ad ogni specifico campo sportivo.

Il primo appuntamento?

Ai Campionati Assoluti 2020. Sarà una gara riservata solo ai Pro, una gara all’interno degli Assoluti, dove i breaker gareggeranno con le regole e i criteri di giudizio della WDSF. Da questa gara usciranno 8 finalisti, 4 per la categoria maschile e 4 per quella femminile che accederanno a raduni specifici con dei focus sportivi mirati alla costruzione agonistica e professionale di ognuno.  L’obiettivo è di avere una Nazionale che sia pronta alla sfida Olimpica di Parigi 2024.

A gennaio avremo la Nazionale per le Olimpiadi 2024?

No. La grandezza e la novità di questo progetto è il suo non essere statico. Al centro del progetto c’è la competizione. I finalisti degli Assoluti 2020, ad esempio, entreranno a far parte della ranking nazionale di breaking e così via fino al 2024, fino a quando avremo tempo per formare il team azzurro da convocare per le qualificazioni di Parigi. Sarà poi una gara unica fra gli atleti inseriti nella ranking di breaking a decretare i migliori che rappresenteranno l’Italia nel 2024. 

E nei tre anni precedenti?

Ci saranno due gare Pro ogni anno (Assoluti e Campionati Italiani) riservati ai “professionisti” dove andremo a formare atleti che andranno a comporre la ranking per la nazionale di breaking. Per la FIDS e per i ballerini di break sarà un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. È un’opportunità per crescere, per diventare davvero “professionisti” e per accedere alle Olimpiadi. Vogliamo che i nostri atleti e che la breaking siano considerati e qualificati come gli altri atleti e gli altri sport olimpici. È questo il nostro obiettivo per le Olimpiadi 2024.

La Breakdance alle Olimpiadi. Quale è il giudizio?

A mio avviso non c’è nulla di diverso rispetto al passato. Negli ultimi 30 anni la breaking si è evoluta e ha cambiato non la sua natura specifica ma la sua collocazione come sport. Negli anni 80 era una disciplina di strada, negli anni 90 la sua qualificazione è cambiata grazie alla Battle of the Year che l’ha trasformata in una competizione internazionale e ha ufficializzato questa disciplina e adesso, in questi ultimi anni, parliamo di Olimpiadi. La WDSF ha creato un team di professionisti, di atleti che hanno consacrato questo sport a livello mondiale. Tutto è cambiato.

Cosa ne pensano i “padri” di questa arte? 

I nostri vecchi ispiratori, i nostri esempi sportivi di quando abbiamo iniziato sono come i nostri genitori. Il ruolo del genitore è indirizzare i figli e loro stanno lavorando per il nostro futuro e soprattutto per il futuro delle nuove generazioni. Sta iniziando un nuovo corso. Con la qualificazione della breaking a sport Olimpico si chiude un cerchio iniziato negli anni 80 e se ne apre un altro che oggi si chiama Olimpiade e che nel futuro vedremo che declinazione prenderà. La breaking è competizione, è uno sport come tutti gli altri, è competizione vera.

Per questo è stata scelta per l’apertura del Festival dello Sport organizzato da La Gazzetta dello Sport?

Assolutamente sì. Ho voluto creare una sorta di percorso storico-sportivo. Ho selezionato degli atleti partendo dagli anni 2000 fino al 2013. Della scuola italiana fine anni '90 inizio 2000 ci sono io, poi ci saranno atleti del 2005, del 2010 e fino al 2013. Sarà un mix fra vecchio e nuovo ma quello che vedrà il pubblico sarà solo ed esclusivamente breaking con coreografie ed evoluzioni e avrà un assaggio della grandezza della scuola italiana in questa disciplina e di cosa sia questa arte.