La breaking e i suoi atleti non hanno deluso le aspettative e a Trento giovedì scorso, in occasione dell’inaugurazione della seconda edizione del Festival dello Sport, gli azzurri della FIDS hanno infiammato con le loro perfomance sportive i cuori del pubblico presente alla kermesse promossa dalla Rosea.
La rassegna intitolata “Il Fenomeno, I Fenomeni”, organizzata da “La Gazzetta dello Sport” e da Trentino Marketing, con la collaborazione di Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento, Apt di Trento e con il patrocinio del CONI e del Comitato Italiano Paralimpico, ha deciso di affidare alla FIDS e alla neo disciplina olimpica la serata inaugurale affidando ad un gruppo di breaker il compito di trasmettere energia, classe e competitività.
Accanto ai nostri atleti, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, il presidente della FIDS, Michele Barbone e il Vice presidente vicario Edilio Pagano che li hanno sostenuti durante tutte le loro esibizioni in un crescendo di entusiasmo e di partecipazione. Le “battle” e le sfide “one to one” si sono svolte nella “cyper arena” del Teatro Sociale di Trento dove a ritmo incessante si sono susseguite le performance urban dei nostri breaker con coreografie sportive ad alto tasso di spettacolarità.
Per rappresentare al meglio la prossima disciplina Olimpica, che dovrebbe fare il suo esordio ufficiale a Parigi nel 2024, un gruppo (crew) di breaker fra i più conosciuti e promettenti a livello nazionale ed internazionale che la FIDS ha selezionato proprio per raccontare la storia della breakdance attraverso un percorso storico-sportivo. Il "viaggio" sportivo ha mostrato come la break sia un mix dinamico e unico di sport, agonismo, sacrifico e forza allo stato puro.
A rompere il ghiaccio ci ha pensato Giuseppe Di Mauro, in arte Bboy Kacyo responsabile tecnico della Nazionale di Breakdance. Accanto a lui Gabriele Quaranta in arte Bboy Omed e Damiano Muni in arte Bboy Movycube, apprezzati breaker mondiali che a passi di urban street hanno lasciato spazio alle performance di breaker più giovani.
Luca La Falce in arte Bboy Frello, Alessandro Plos in arte Bboy Plos, Francesco Cerrulli in arte Bboy Wakko, Edoardo Luziatelli in arte Bboy Calligola, Lorenzo Brocchetti in arte Bboy Easy Shark, Luca D'Antonio in arte Bboy Amar, e Alex Mammì in arte Bboy Lele hanno raccolto il testimone e hanno completato il viaggio storico-sportivo della breakdance mostrando come la considerazione di questa arte in pochi anni sia passata dall’appellativo di “ballo da strada” a disciplina Olimpica.
Articolo - Gazzetta dello Sport