“Tutelare lo sport e la danza sportiva è un obbligo, ma oggi è soprattutto un investimento lungimirante. Quando ci rialzeremo dopo aver sconfitto questo nemico subdolo, invisibile e spietato chiamato COVID-19, lo sport tornerà a giocare un ruolo fondamentale per la crescita sociale, per le relazioni e lo sviluppo di una cultura che metta la salute al primo posto. Lo sport con i suoi impianti, le sue società, i suoi tecnici, atleti, sostenitori e dirigenti rappresenta un’articolazione fondamentale del sistema Italia. Per questo motivo, è proprio ora che ne va garantita la sua sopravvivenza in quanto sarà proprio lo sport a costituire una delle medicine basilari della ripresa del sistema Italia.” Queste sono le parole e il pensiero con cui Michele Barbone, Presidente della Federazione Italiana Danza Sportiva, si è espresso.
Il Consiglio e la Segreteria federale, raccolte le innumerevoli istanze del movimento e mantenuta una comunicazione costante con il CONI, si sono adoperati sin dal primo momento per tutelare i propri affiliati e seguire i provvedimenti del Governo a favore del movimento sportivo italiano. Purtroppo però, non si è tenuto conto di alcune situazioni largamente diffuse nell’organizzazione sportiva.
Il mondo dello sport è un patrimonio materiale e immateriale di incalcolabile valore che va preservato per il valore strategico che avrà durante la ripresa attraverso la promozione dell’immagine e dell’identità italiana. E la danza sportiva, in particolare, che ne è stata colpita duramente, con le sue oltre 1.600 società e 100.000 praticanti dovrà esserne uno dei propulsori.
Sull’argomento si sono espressi in tanti e quasi tutti con motivazioni pertinenti ed efficaci. Non ne vogliamo fare una questione di priorità perché sarebbe assurdo ed egoistico richiedere maggiore attenzione nella situazione drammatica che sta vivendo il nostro Paese, sia sul fronte economico (sperando che l’Unione Europea si decida al più presto a intraprendere azioni mirate e lungimiranti), che su quello sanitario (anche la FIDS ha pianto la morte di alcuni suoi tesserati).
Vi sono, tuttavia, come accennato, situazioni che meritano d’essere approfondite e su cui, come FIDS, abbiamo il dovere di accendere i riflettori. Cogliendo l’occasione fornitaci dal Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e del CIP, Luca Pancalli, infatti, vorremmo farci carico delle istanze necessarie al nostro movimento.
Ci permettiamo pertanto di suggerire comportamenti e iniziative che potranno essere adottate ad integrazione del decreto Cura Italia (DL n. 18 del 17.03.2020) e/o rappresentare, per i prossimi provvedimenti, un valido segnale e supporto alla sopravvivenza di associazioni e società sportive.
Ovvero:
- estendere l’indennità agli operatori dello sport costretti all’inattività dalla chiusura dei centri di danza: indennità prevista, per ora, per il solo mese di marzo e a nostro avviso non riuscirà a raggiungere tutti gli attori sportivi. Ne chiediamo pertanto il rifinanziamento anche per i mesi successivi sino al completo riavvio delle attività sportive;
- sospendere i pagamenti dei canoni per gli impianti sportivi pubblici sino alla data di possibile ripresa;
- sostenere economicamente le associazioni sportive chiamate a versare i canoni di locazione con un soggetto privato (misura che non è stata prevista nel DL Cura Italia) favorendo allo stesso modo i proprietari privati di tali immobili, che riducono il canone alle associazioni sportive, possano accedere ad un credito di imposta a compensazione del mancato introito del canone di locazione o comunque fornire un contributo alle ASD per i mesi di mancata attività;
- prorogare la sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali, premi assicurativi e dei termini per gli adempimenti contributivi e fiscali almeno al 30 settembre con pagamento rateizzato alla ripresa e senza applicazione di sanzioni ed interessi;
- analoga misura sospensiva prolungata per i canoni relativi alle utenze e i mutui finalizzati agli impianti sportivi;
- defiscalizzare e ridurre la pressione fiscale sulle sponsorizzazioni, poiché costituiscono un possibile strumento di ripresa.
Sul piano locale, infine, molto ci aspettiamo che facciano anche gli enti territoriali per ciò che concerne i vari tributi (IMU sugli immobili ad uso sportivo) che in questo momento rappresentano un peso insostenibile.
“In ultimo – conclude Michele Barbone - posso dire che Presidente e Consiglio Federale, Segretario generale e federazione stanno facendo e faranno tutto il possibile per tutelare il nostro movimento che è nel pieno della sua crescita nazionale e internazionale. Al mondo dello sport posso solo aggiungere che dovremo tenerci pronti per tornare tutti insieme a esportare nel pianeta l’immagine di un Paese meraviglioso che con la sua storia millenaria si è affermato come pochi altri in ogni attività umana, sport compreso. Un sincero abbraccio....a distanza ma col cuore”