Gianluca Burbassi e Patrizia Agati, ieri al secondo posto nella Coppa del Mondo WRRC di Boogie Woogie, disciplina di cui sono campioni iridati.
Sposati dal 2013, entrambi nati a Ravenna, 48 anni Gianluca, 45 Patrizia, da dieci si allenano nella scuola del Club The Stars a Imola, seguiti dai coach Betty Mancurti e Mirko Benericerti.
Ieri è arrivato l'argento nella Coppa del Mondo, soddisfatti o si poteva fare di più visto che siete campioni iridati in carica?
Gianluca: “Siamo contenti di aver tenuto alto l'onore dell'Italia. Diamo sempre il massimo per ottenere buoni risultati.
Patrizia: “Si può sempre fare di più. Va bene così ma faremo meglio la prossima volta”.
Il prossimo appuntamento è ad agosto a Stoccarda, sempre per la Coppa del Mondo Senior.Sarà la gara della rivincita?
Gianluca: “ Assolutamente sì. E' sempre uno stimolo per allenarci e dare sempre di più sia come coppia nel ballo che nella vita.
Patrizia : “Giusto. Si punta dritti dritti all'oro”.
Il fatto di essere una coppia anche nella vita quanto vi aiuta nelle prestazioni sportive?
Gianluca: ”Ci aiuta molto a mantenere questo feeling anche nel ballo, disciplina in cui conta parecchio l'affiatamento”.
Patrizia: “Conta tantissimo anche perché nel ballo che facciamo noi non abbiamo mai una coreografia prestabilita quindi il feeling è importante, ad esempio nel capire cosa Gianluca mi voglia far fare. L'affinità che abbiamo è importantissima e ci fa crescere insieme sia nella vita sia nel ballo.”Si discute molto se considerare la danza sportiva effettivamente uno sport.
Cosa dite a chi ancora è scettico?
Gianluca: “E' sport perché dietro ogni singolo ballo c'è una preparazione atletica non indifferente. Per capire bene questo mondo bisogna viverlo”.
Patrizia: ”Sono pienamente d'accordo. Noi oltre a prepararci per qualsiasi movenza alleniamo anche il muscolo a essere più reattivo, più forte, più elastico. Chi ci guarda vede solo l'aspetto esterno ma dietro c'è tantissimo lavoro”
Qual è la particolarità del Boogie Woogie e le qualità necessarie per raggiungere grandi risultati?
Gianluca: “Sicuramente questa disciplina dà molta libertà di espressione, in sostanza di esprimersi ballando, a differenza di altri balli in cui si è obbligati a fare determinate cose per eseguire una prova. Anche noi dobbiamo rispettare alcune regole, ma siamo molto più liberi di esprimere al meglio anche la nostra emozione, riuscire a trasmetterla al giudice e al pubblico. Noi balliamo perché ci piace, per ottenere logicamente punteggio, ma anche per trasmettere agli altri quello che proviamo”.I numeri della danza sportiva stanno crescendo in modo esponenziale.
Secondo voi dove può arrivare questa disciplina?
Gianluca: “Mi risulta che a livello di iscritti superiamo il calcio, già questo dice tutto”.
Patrizia: “Concordo e aggiungo che bisognerebbe enfatizzare ancora di più il nostro sport, per esempio attraverso i media”.Riuscireste a cambiare partner per gareggiare?
Gianluca: “No. Tra noi c'è una complicità che supera ogni cosa. Piuttosto smetto di ballare”.
Patrizia: “Assolutamente no”.
Appuntamento dunque a Stoccarda, con quali propositi?
Gianluca: “Carichi come mai, con la voglia di vincere senza lasciare nulla ai nostri avversari.
Patrizia: “Vogliamo arrivare davanti a tutti”.A cura dell’Ufficio Stampa FIDS