Passione, amore, forza e ironia. In quattro parole c’è gran parte del fascino del tango argentino. In Italia esistono due “scuole”di questa disciplina: la prima è quella popolare e si balla solo per divertimento, l'altro, invece, è rigorosamente agonistico.
La FIDS conta 300 tesserati. La fascia di età di chi gareggia va dai 16 ai 60 anni, il maggior livello agonistico si riscontra in quella dai 16 ai 34 e man mano che si acquisisce esperienza il ballo viene personalizzato.
Il feeling tra i due partner è fondamentale, ma a differenza di quanto accade in molte altre discipline di coppia, in questa l'affinità non necessariamente coincide con il rapporto sentimentale nella vita.
Le peculiarità del tango argentino secondo Lamia D'Amico, insegnante e giudice di gara, ma anche ex campionessa in coppia con il fratello Samy (nella loro bacheca un successo ai Campionati Assoluti Italiani categoria Master nel 2013, quattro argenti ai Mondiali IDO, l'Organizzazione Internazionale di Danza e altrettanti bronzi agli Europei): “L'uomo guida e la donna lo segue. I due si provocano a vicenda per conquistarsi, l'obiettivo della coppia è di trasmettere ai giudici e al pubblico passione, amore, divertimento. La bravura sta proprio in questo. L'altro aspetto è l'improvvisazione, quando parte la musica non c'è una coreografia prestabilita”.
Lami D'Amico è passata da giudicata a giudicante: “Quando gareggiavo più di una volta sono stata penalizzata nel punteggio, ora mi trovo dall'altra parte della barricata con l'unico obiettivo di essere imparziale. Rispetto agli altri anni, in questi Campionati è andata molto meglio tra noi giudici”.
Un commento che dice molto sulla svolta che il presidente federale e il consiglio federale hanno impresso eliminando le promiscuità tra giudici e maestri di ballo.